Racconto breve

Racconto breve

Due mutande all'alba

Due mutande all’alba
di Matteo Beltrami

Sono apparse due mutande sul bagnasciuga dove all’alba vado a bere il primo caffè, una è bianca e l’altra è nera. Quella bianca è da donna, lo si vede dal pizzo che decora i bordi. Quella nera è da uomo, risulta chiaro dalla forma. Mi sono seduto sul solito masso a pochi centimetri dal punto variabile in cui le onde raggiungono con calma la riva. In natura non c’è mai silenzio, solo suoni ai quali non facciamo caso, ho ascoltato quei rumori di fondo e mi sono sentito calmo. Il lago stava ancora smaltendo l’inverno, la temperatura del caffè ha invaso il mio corpo. Voltato lo sguardo ho notato le due mutande a un paio di metri da me. Sembravano nuove, fresche di bucato. Fluttuavano a raso dell’acqua impigliate ad alcune radici di salice che sbucavano dalla sabbia soffice del fondale. Le due mutande erano vicine fra loro in un modo che mi è sembrato affettuoso, le onde le facevano dondolare sul posto, in sincronia. Sembravano addormentate. Il bianco di una e il nero dell’altra erano luminosi e vividi. Componevano una foglia di ninfea in cotone.

Penso che qualcuno se le sia sfilate durante la notte, perché ieri non c’erano. Potrebbe anche averle portate la corrente, forse erano cadute giorni prima da una barca o da un balcone a picco sul lago. Però sono rimaste vicine l’una all’altra.

Provo il chiaro sentore che quella notte qualcuno sul bagnasciuga ci ha fatto l’amore. Me ne compiaccio.

Non è scontato abbandonare le proprie mutande, né per scelta né per dimenticanza, perché un marcato senso di nudità ci rammenta della loro assenza. Penso a ciò che è naturale in questa vita e le osservo oscillare. Bianche o nere che siano, le mutante, ogni tanto ci va di sfilarcele e di dimenticarcele li, dove le abbiamo lasciate cadere per rimanere nudi, davanti agli altri o a noi stessi.